Febbre neonato: come gestirla e quando preoccuparsi

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La febbre è spesso motivo di ansia e molta angoscia da parte di tanti neogenitori. In realtà, però, la febbre non è qualcosa da temere a tutti i costi, ma piuttosto la risposta del sistema immunitario del neonato, che cerca di attivarsi per sopprimere virus, germi e batteri.
Per questo, la febbre non va soppressa, ma tenuta semmai sotto controllo, perché se raggiunge temperature molto elevate, soprattutto nei neonati, può diventare pericolosa.

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Che cos’è la febbre?

La febbre è un rialzo termico della temperatura corporea. Generalmente una temperatura entro i 37,0°C è ritenuta assolutamente normale. Quando parliamo di febbre, infatti, intendiamo l’aumento della temperatura corporea oltre i 37,2°C.
La temperatura corporea non è sempre costante, ma subisce variazioni anche nell’arco della stessa giornata, registrando valori più bassi la mattina fino ad aumentare via via nel corso del pomeriggio e soprattutto della sera dalle 16:00 e poi un ulteriore rialzo anche dopo le 18:00.
Di notte, invece, la temperatura tende a scendere gradualmente.
Anche dopo aver mangiato o fatto attività fisica la temperatura corporea può subire una variazione e aumentare senza necessariamente essere spia di una infezione virale o batterica. In questi casi, infatti, conviene misurare la temperatura dopo tempo, quando si sarà normalizzata con il passare delle ore. In caso invece di “febbre” come sintomo di infezione, la temperatura resta alta o comunque superiore ai 37,0°C più a lungo, e può durare anche diversi giorni.
La durata è infatti un tempo abbastanza normale durante il quale il sistema immunitario cerca di sopprimere l’infezione.

Quando dare la tachipirina ad un neonato?

La febbre si manifesta in seguito all’aumento dei globuli bianchi, i leucociti che sono cellule deputate a proteggere l’organismo dalle infezioni. In condizioni di aumento termico, le cellule dell’organismo producono i pirogeni endogeni, sostanze che riescono a combattere le infezioni proprio con le alte temperature. Queste sostanze di fatto agiscono sul centro di controllo della temperatura, l’ipotalamo, e lo spingono ad accrescere la temperatura per distruggere i microrganismi nocivi.
La febbre è quindi un meccanismo di difesa dell’organismo e in linea di massima, quindi, non vano assunti antipiretici, perché questo neutralizzerebbe “il buono” della febbre, abbassando la temperatura che invece serve a rendere ostile l’ambiente per virus, germi e batteri.
Però, se la febbre nei neonati diventa troppo elevata, questa è causa di malessere, abbattimento o, nei casi peggiori, di convulsioni febbrili.
Il sistema termoregolatore immaturo del neonato non permette quindi di gestire internamente la febbre, permettendo al calore in eccesso di lasciare il corpo e quindi, in questo caso, va dato l’antipiretico.

Paracetamolo o ibuprofene?

I farmaci d’eccellenza utilizzati per abbassare la temperatura sono generalmente due: il paracetamolo, principio attivo della Tachipirina e l’ibuprofene, contenuto in farmaci quali ad esempio il Nurofen. Queste due tipologie di farmaco sono entrambe antipiretici, mentre l’ibuprofene è anche un anti infiammatorio.
Bisogna che sia comunque il pediatra a prescriverli, adeguandoli al peso e all’età del neonato.
Come da linee guida mediche questi farmaci si possono somministrare se la temperatura corporea supera i 38,5°C.
La loro somministrazione può essere fatta anche per temperature inferiori, ma se il neonato mostra forte malessere, inappetenza o molto debolezza.

Febbre neonato: quali sono i sintomi

Le cause della febbre nel neonato possono essere causate da una infezione o da una infiammazione o da entrambe. Sarà sempre la visita clinica del pediatra a decidere quali esami fare eseguire per indirizzare la diagnosi e la cura.
L’osservazione dei genitori sarà comunque preziosa per monitorare la temperatura della febbre e guidare la diagnosi clinica del pediatra.
Il neonato con la febbre, a parte il rialzo termico della temperatura, può infatti accusare:

  • tosse, starnuti, arrossamento delle mucose oculari e naso chiuso;
  • mal di testa, brividi, debolezza;
  • mal di stomaco, crampi, vomito e/o diarrea;
  • fastidio alle orecchie o dolore;
  • bruciori o dolore durante la minzione;
  • rash cutaneo o piccole pustole.

Come comportarsi quando un neonato ha la febbre?

Quando le temperature sono molto alte è importante che il corpo del neonato possa disperdere calore, cosa che l’immaturità del sistema termoregolatore del neonato non riesce a fare in autonomia. Proprio per questo bisogna aiutarlo.
Ma non sono solo gli antipiretici a dover essere assunti, ma è necessario seguire delle procedure e consigli in grado di agevolare la dispersione termica.
In caso di temperature che superano i 38,5°C è importante alleggerire il bambino, svestendolo o passando ad un abbigliamento meno pesante.
La stanza dove sta il piccolo va arieggiata regolarmente e la temperatura ideale per un ambiente non deve superare i 20 °C.
Importante è anche fare bere il piccolo, o provvedere ad idratarlo con costanza con acqua semplice, acqua e limone, acqua tiepida e miele e succhi di frutta. L’assunzione di liquidi serve a riequilibrare quelli persi con la sudorazione e le alte temperature, così da non privare il neonato di energia.
Se il neonato non ha troppo appetito, è meglio non forzarlo, per non provocare in lui un stato generale peggiore o vomito.
Se la temperatura dovesse superare i 39,0°C e gli antipiretici non fanno subito effetto, è possibile fare spugnature tiepide con acqua sulla fronte, sui polsi e sulle caviglie o sul corpo.
Mai usare alcool per fare le spugnature. Meglio anche evitare acqua troppo fredda, perché potrebbe aumentare la temperatura ulteriormente effetto dei brividi generati a contatto con il freddo.
Quando il neonato sarà sfebbrato sarà comunque opportuno tenerlo a riposo per altri quattro o cinque giorni, così da consentire la ripresa di tutte le sue energie.

Dove si misura la febbre ai neonati?

La febbre va misurata utilizzando un termometro digitale

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da tenere ben fissato sotto l’ascella per rilevare correttamente la temperatura. I termometri digitali sono strumenti di precisione molto affidabili e garantiscono di misurare la temperatura in maniera parecchio corretta. Meno consigliata è invece misurare la febbre per via rettale, sia perché è molto più elevata, sia perché a rischio di contaminazioni con germi e batteri fecali.
Inoltre la temperatura per via rettale può anche diventare pericolosa in caso di movimento brusco del neonato, perché si potrebbe anche spezzare il termometro digitale o produrre lesioni ai morbidi tessuti del neonato.

Quando preoccuparsi se un bambino ha la febbre?

La febbre è una condizione che di solito non richiede un intervento urgente. Questo almeno in situazioni normali e nelle quali il livello della temperatura sia gestibile e non richieda l’intervento di medici o di un pronto soccorso.
Ci sono però casi in cui la temperatura risulta difficile da gestire e sarebbe meglio contattare il proprio pediatra di fiducia.
Ad esempio quando il bambino ha meno di sei mesi e oltre 38,0°C. In questo caso il lattante è a rischio di disidratazione.
Meglio chiamare il pediatra anche in caso di febbre che, seppur moderata e di lieve entità, non scende dopo le 48 ore. In questo caso la febbre potrebbe essere causa di altre malattie.
Se il bambino ha più di sei anni, ma la febbre supera i 39,0°C.
Oppure ancora se dovessero insorgere difficoltà respiratoria o vomito e diarrea incoercibili.

Come gestire la febbre nei neonati?

In generale la febbre è, come abbiamo detto, un meccanismo di difesa, che non va soppresso, ma gestito, con l’ausilio eventuale dei farmaci antipiretici, secondo le disposizioni del pediatra. Abbassare la febbre con il paracetamolo, quindi, non è sempre la manovra corretta. Soprattutto se è segno di una infezione virale che, come ci insegnano i medici, serve ad uccidere virus, germi e batteri.
In questi casi la febbre nei bambini può venire determinata anche da un picco termico che decresce nell’arco di poche ore successive.
Ad ogni modo la presenza di una temperatura più elevata, rilevata dal termometro, non deve causare stati di agitazione per la mamma o per il genitore in generale, né diventare motivo per ricorrere necessariamente ad un pronto soccorso.
La cosa importante, quando c’è febbre e temperatura che supera i 38,0°C è quella di capire la causa, così da poter stabilire la migliore terapia.
Quasi sempre le cause della febbre sono di origine virale e quindi non servono assolutamente gli antibiotici, tranne che sia il pediatra a prescriverli per evitare eventuali infezioni batteriche o presenza di germi che possono sopraggiungere come effetti secondari, responsabili di un aggravamento del quadro clinico.
Talvolta può anche succedere che la febbre nel neonato sia momentanea e pertanto un innalzamento della temperatura corporea è dato più da un sovra riscaldamento dell’ambiente o perché il lattante risulta troppo coperto. In questo caso meglio fare entrare aria pulita per un ambiente più fresco e non dare alcun farmaco in nessun modo.

Febbre neonato: come fare la diagnosi

Quando la febbre non regredisce nell’arco di un paio di giorni, o si accompagna ad altri sintomi, il pediatra potrebbe richiedere esami aggiuntivi, utili ad effettuare una diagnosi clinica, orientata a comprendere quindi l’origine della febbre e la corretta terapia.