Quando si inizia a svezzare un neonato?

L’arrivo di un neonato in casa porta tanta gioia. Ma è pur vero che, nel contempo crea tanti dubbi, scatena tante ansie nelle mamme e insicurezze che necessitano di essere capite, affrontate, discusse e risolti ancor prima di farli divenire più grandi di quelli che sono in realtà.

E’ bene, prima di ogni cosa, affermare che genitori non si nasce ma si diventa col tempo e, in merito a questa considerazione è, pure giusto ammettere che nessuno può dare dei corretti insegnamenti, in alcun campo inerente alle situazioni genitoriali e familiari, perché ogni bambino non è uguale ad un altro come le madri e i padri sono diversi tra loro.

Questo per precisare che ognuno ha il proprio carattere e come tale affronta la vita a suo modo e che questa regola segue tutte le età, dunque sia grandi che piccini.

Può esserci, all’interno della nuova famiglia, mamma e papà precisi, attenti e sereni, come può esser presente un genitore ansioso, distratto o con quant’altre caratteristiche negative che certamente, nonostante i consigli possono, spesso combinare danno.

Infatti, quello che, inizialmente si suggerisce è proprio che l’ansia e il quant’altro di avverso e sfavorevole deve essere messo da parte, perché un neonato ha bisogno di tranquillità, delle giuste attenzioni e non di disagi che, sicuramente gli genereranno disturbi e, conseguenziali problemi, anche quando si inizia a svezzare.

I neo genitori devono sapersi aiutare in tutte le fasi di crescita del loro bimbo, compresa quella dello svezzamento, parlare tra loro per capire come agire, affrontare una determinata situazione che solo con la stretta collaborazione si può affrontare con tutta la serenità possibile, farsi aiutare, soprattutto dal proprio pediatra e non dai parenti che, spesso, come dimostrano continuamente, non danno consigli ma cercano di primeggiare gli uni con gli altri, considerando, pure che non tutti i bambini si comportano in ugual modo che potrebbe cambiare anche in base a come si relazionano con i loro genitori.

Si consiglia di affidarsi ad una figura professionale che da sicurezza.

Questo perché il proprio pediatra dev’essere attento, corretto e puntuale, capace d’ ascoltare, per poi garantire aiuti e supporti in quel che sembra difficile vivere.

Dev’essere proprio lui che, visitando periodicamente il neonato stabilirà il momento in cui lo stesso bimbo dovrà passare da una fase ad un’altra e come organizzarla.

Si suggerisce di seguire sempre le indicazioni del proprio pediatra che, valutando lo stato di crescita del bambino, considererà o non, i cambiamenti della pappa che, nelle ipotesi positive significa unire al latte materno o a quello artificiale, altri nutrimenti in maniera graduale.

E’ importante scrivere che lo svezzamento è una tappa basilare essenziale.

Da questa, difatti il medico andrà sempre a valutare, seguendo lo sviluppo periodico del neonato, le sue diete alimentari, considerando che le stesse possono modificarsi in base ai valori dettati dalle sue analisi del sangue e, tenendo conto che bisogna badare attentamente a tutte quelle che sono le modifiche dettate dal professionista al quale ci si è affidati, per evitare che il piccolo, una volta divenuto un pò più grande, per poi formarsi in adolescente, possa avere delle brutte conseguenze, quali disastri di pesi non voluti, come l’obesità che tanti, seppur piccoli, portano con sè, per regimi d’alimentazione seguiti in maniera scorretta.

E’ vero ammettere che lo svezzamento non è altro che l’inizio di serie regole comportamentali fondamentali che parlano di buona e corretta alimentazione, in base a come il neonato è in salute e fisicamente.

Questo perchè vuol far capire come, fin dall’inizio una creatura deve avere sane e giuste abitudini alimentari che lo ammaestreranno e porteranno all’interno di uno stile di vita salutare, anche quando sarà grande.

Come si è precedentemente scritto, sarà proprio il pediatra a stabilire come organizzare e stabilire questo percorso, così delicato.

Stabilirà quando e come combinarlo in base a come cresce il piccolo, suggerendo all’inizio, nel caso in cui fosse arrivato il momento di effettuare lo svezzamento, una dieta complementare, introducendo alimenti nuovi, al latte che già assumeva dalla nascita, sia esso materno che artificiale.

Secondo le diverse casistiche studiate, esaminate e commentate, si è visto che bisogna apportare, al latte materno o non, mezzi di sussistenza semi-solidi non prima della 17° settimana e non oltre alla 26°, dato che questa fascia d’età è stata giudicata corretta, al fine di poter evitare che il corpicino non subisca traumi fisici e salutari o, probabili forme di intolleranze ed allergie.

E’ sempre importante sottolineare che lo svezzamento si deve eseguire con mota serietà e gradualità, cercando di non imporre le modifiche alimentari al neonato, dato che le forzature spesso portano a rifiuti che possono durare nel tempo e a mal comportamenti da parte del piccolo che, così creerà problemi ai propri genitori o a chi per loro, come baby-sitter, nonni o quant’altri, durante ogni pasto.

All’inizio, spesso si consiglia di introdurre nell’alimentazione già esistente, elaborata con il solo latte preso fin dalla nascita, la frutta grattugiata o frullata in casa o, ancor di più omogenizzata comprata nei barattolini delle varie case produttrici, già da tempo esistenti in commercio, di prodotti per la prima infanzia, potendo scegliere quella che più si considera adatta al proprio bambino.

Si consiglia di prediligere, inizialmente, tra i tanti raccolti naturali in questione, la pera e la mela sia perché questi hanno un gusto più dolce, tanto da poter essere valutati come più graditi, che per la questione dell’allergia e dell’intolleranza da dover sempre tenere sotto controllo, perché a volte potrebbe essere letale, se è in atto.

A seguito, il pediatra, valutando la crescita del neonato, inserirà pure le pappine che, naturalmente dovranno essere semplici ma salutari.

Infatti, la pastina, prima particolarmente minuscola, da sembrar sabbia e le creme si andranno a cuocere nel brodo vegetale fatto in casa, per poi inserirci dentro i liofilizzati di carne, che col tempo verranno sostituiti dagli omogenizzati, sempre dopo la valutazione di sviluppo che sempre vien ben sottolineata.

Si consiglia, continuamente di non forzare il bambino durante i suoi pasti e, in più, per finire, si suggerisce una buona alternanza e varietà degli stessi, perché alimentarsi per bene significa non mangiare sempre gli stessi cibi come non dimenticare che nelle diete sane deve sussistere il latte.

A proposito!

Non bisogna, assolutamente togliere al proprio bambino il latte materno, se si ha ancora, seppur si debba iniziare lo svezzamento, perchè quest’alimento anche in questo passaggio è visto come fonte essenziale e principale di nutrimento, dato che dona all’organismo, ancor piccino tutto quel che necessita per crescere perfettamente.